Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca

I dolori del giovane DPO: fra test della Kobayashi Maru e stato dell’arte

Stefano Gazzella : 9 Novembre 2022 08:00

Autore: Stefano Gazzella

Nella serie di Star Trek, il test della Kobayashi Maru consiste in una simulazione di addestramento per valutare le capacità del cadetto di fronte a situazioni in cui non c’è possibilità di vittoria. Insomma: il no-win scenario prima o poi è un’esperienza comune nella vita di un professionista della data protection.

Troppo spesso, infatti, il DPO si ritrova in situazioni di incertezza tali per cui l’aver affrontato tale test sarebbe stato ben più utile rispetto alle narrazioni epiche miste all’abile regia di Quentin Inventino che vengono presentate per nascondere uno stato dell’arte piuttosto desolante, vittima di alcune distorsioni selvagge purtroppo tutt’ora impunite. Scenari ancor più impattanti verso i giovani professionisti che subiscono ancor più i dolori di aspettative deluse.

Vorresti toccare con mano la Cybersecurity e la tecnologia? Iscriviti GRATIS ai WorkShop Hands-On della RHC Conference 2025 (Giovedì 8 maggio 2025)

Se sei un ragazzo delle scuole medie, superiori o frequenti l'università, oppure banalmente un curioso di qualsiasi età, il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:

  • Creare Un Sistema Ai Di Visual Object Tracking (Hands on)
  • Social Engineering 2.0: Alla Scoperta Delle Minacce DeepFake
  • Doxing Con Langflow: Stiamo Costruendo La Fine Della Privacy?
  • Come Hackerare Un Sito WordPress (Hands on)
  • Il Cyberbullismo Tra Virtuale E Reale
  • Come Entrare Nel Dark Web In Sicurezza (Hands on)

  • Potete iscrivervi gratuitamente all'evento, che è stato creato per poter ispirare i ragazzi verso la sicurezza informatica e la tecnologia.
    Per ulteriori informazioni, scrivi a [email protected] oppure su Whatsapp al 379 163 8765


    Supporta RHC attraverso:


    Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.

    È un fatto che la professione e il ruolo di DPO debbano ancora trovare valorizzazione in Italia. E non si sta parlando soltanto del lato dell’offerta di servizi connotato da veri e propri fenomeni di “accumulatori seriali” per centinaia di incarichi, con l’effetto di produrre un dumping dei compensi sin dal 2018, ma anche della domanda.

    Basta infatti guardare alla maggior parte dei bandi in ambito pubblico in cui, al di là dell’onnipresente criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, molto spesso vengono inserite condizioni che esulano dai requisiti professionali richiesti dall’art. 37 GDPR e clausole che pongono addirittura il DPO in una posizione di conflitto d’interessi richiedendo allo stesso di svolgere attività quali la redazione di valutazioni d’impatto o difese e memorie in giudizio, ad esempio.

    In queste ipotesi saranno le qualità personali citate dalle linee guida WP243 – fra cui rientrano integrità e standard deontologici – a portare verso la scelta di non partecipare alla selezione autoescludendosi.

    Sarebbe però un peccato di generalizzazione rappresentare l’intero mercato in questo modo, ma per amor di verità non si può che rilevare quanto meno un certo grado di confusione. Confusione che si riverbera nei newcomers che si approcciano alla professione – sia essa di DPO, Privacy Specialist – diventando delle barriere all’ingresso ma anche nelle organizzazioni che si trovano a dover impostare delle procedure per individuare ed inserire tale figura fondamentale per la compliance GDPR e non sono in grado di predisporre presidi idonei.

    Una soluzione prospettabile è certamente una maggiore consapevolezza della funzione del DPO e più in generale maggiore sensibilità circa la tematica della protezione dei dati personali, che però dovrebbe aver principio proprio da quelle istituzioni che fin troppo spesso sono ben lungi dall’adottare comportamenti esemplari. E dunque? Se neanche l’azione informativa del Garante Privacy attraverso le FAQ sul Responsabile della Protezione dei Dati (RPD) in ambito privato e in ambito pubblico è stata sufficiente, purtroppo l’unico rimedio che ci si dovrà attendere sarà l’inevitabile scia di interventi correttivi che – si spera – sapranno meglio orientare l’attenzione delle organizzazioni sul tema. Tempus omnia medetur, insomma. Anche i dolori del giovane DPO.

    Stefano Gazzella
    Privacy Officer e Data Protection Officer, specializzato in advisoring legale per la compliance dei processi in ambito ICT Law. Formatore e trainer per la data protection e la gestione della sicurezza delle informazioni nelle organizzazioni, pone attenzione alle tematiche relative all’ingegneria sociale. Giornalista pubblicista, fa divulgazione su temi collegati a diritti di quarta generazione, nuove tecnologie e sicurezza delle informazioni.

    Lista degli articoli
    Visita il sito web dell'autore

    Articoli in evidenza

    Sicurezza è Lavoro: dal cantiere al cloud, dobbiamo proteggere chi costruisce l’Italia!

    1° Maggio, un giorno per onorare chi lavora, chi lotta per farlo in modo dignitoso e chi, troppo spesso, perde la vita mentre svolge la propria mansione. Nel 2025, l’Italia continua a pian...

    Buon World Password Day! Tra MIT, Hacker, Infostealer e MFA. Perchè sono così vulnerabili

    Domani celebreremo uno degli elementi più iconici – e al tempo stesso vulnerabili – della nostra vita digitale: la password. Da semplice chiave d’accesso inventata negli anni...

    Benvenuti su Mist Market: dove con un click compri droga, identità e banconote false

    Ci sono luoghi nel web dove la normalità cede il passo all’illecito, dove l’apparenza di un marketplace moderno e funzionale si trasforma in una vetrina globale per ogni tipo di rea...

    La Cina Accusa la NSA di aver usato Backdoor Native su Windows per hackerare i Giochi Asiatici

    Le backdoor come sappiamo sono ovunque e qualora presenti possono essere utilizzate sia da chi le ha richieste ma anche a vantaggio di chi le ha scoperte e questo potrebbe essere un caso emblematico s...

    WindTre comunica un DataBreach che ha coinvolto i sistemi dei rivenditori

    Il 25 febbraio 2025 WindTre ha rilevato un accesso non autorizzato ai sistemi informatici utilizzati dai propri rivenditori. L’intrusione, riconosciuta come un’azione malevola, è st...