
I ricercatori della TU Darmstadt hanno sviluppato malware per l’iPhone che può essere eseguito anche quando il dispositivo è spento.
Tutto è iniziato quando i ricercatori hanno studiato l’implementazione della modalità a basso consumo (LPM) su iPhone e hanno scoperto che comporta seri rischi per la sicurezza e consente persino agli aggressori di eseguire malware su dispositivi spenti.
Gli esperti affermano che questi rischi non possono essere ignorati, soprattutto quando si tratta di giornalisti, attivisti e altri che potrebbero essere presi di mira da aggressori ben finanziati.
Christmas Sale -40% 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀
Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
L’analisi degli esperti ha rilevato che su un iPhone con iOS 15, le comunicazioni wireless Bluetooth, NFC e a banda ultra larga (UWB) rimangono attive anche dopo lo spegnimento del dispositivo.
“I chip Bluetooth e UWB sono cablati al Secure Element (SE) nel chip NFC e memorizzano i segreti che devono essere disponibili nell’LPM. Poiché il supporto LPM è implementato nell’hardware, non può essere disabilitato modificando i componenti software. Di conseguenza, non ci si può più fidare degli attuali iPhone”
si legge nel rapporto del team di ricerca.
Giunti a questa conclusione, i ricercatori hanno testato il funzionamento delle applicazioni utilizzando LPM (ad esempio, Find My) e hanno anche valutato il loro impatto sulla sicurezza dell’hardware e del firmware.
Poiché l’attacco descritto nel rapporto è ancora una PoC, nell’ambito della loro analisi, gli esperti hanno suggerito che l’attaccante deve avere già un accesso privilegiato al firmware, in modo da inviare comandi speciali, modificare l’immagine del firmware o eseguire codice. Si è scoperto che se il firmware è stato compromesso, l’attaccante può mantenere un certo controllo sul dispositivo della vittima anche dopo che è stato spento, e questo può essere abbastanza utile per exploit persistenti.
Nel caso del componente hardware, i ricercatori hanno suggerito che un utente malintenzionato non potrebbe compromettere direttamente l’hardware. Quindi si sono concentrati nel determinare quali componenti possono essere abilitati all’insaputa degli utenti e quali applicazioni possono essere utilizzate.
Il rapporto descrive in dettaglio come il firmware Bluetooth LPM può essere modificato per eseguire malware su iPhone 13 anche quando il dispositivo è spento. Gli scienziati spiegano che un tale attacco è possibile a causa del fatto che il firmware non è firmato e crittografato e l’avvio sicuro non è nemmeno abilitato per il chip Bluetooth.
Ti è piaciutno questo articolo? Ne stiamo discutendo nella nostra Community su LinkedIn, Facebook e Instagram. Seguici anche su Google News, per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica o Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

CybercrimeAnalisi e correlazioni costruite anche grazie alla piattaforma Recorded Future (Insikt Group), che in questi casi è utile per mettere ordine nel caos tra segnali, rumor e priorità operative. C’è una tradizione natalizia che nessuno…
HackingQuesto articolo analizza una recente e sofisticata campagna di phishing che sfrutta la tecnica Browser-in-the-Browser (BitB) per rubare credenziali, in particolare quelle di servizi come Microsoft 365. L’attacco BitB si distingue per la sua capacità…
VulnerabilitàQuando si parla di sicurezza informatica, è facile cadere nella trappola di pensare che i problemi siano sempre lontani, che riguardino solo gli altri. Ma la realtà è che la vulnerabilità è sempre dietro l’angolo,…
VulnerabilitàÈ stata scoperta, come riportato in precedenza, una grave vulnerabilità in MongoDB che consente a un aggressore remoto, senza alcuna autenticazione, di accedere alla memoria non inizializzata del server. Al problema è stato assegnato l’identificatore…
CyberpoliticaDietro il nome tecnicamente anodino di ChatControl si muove una delle più profonde torsioni del rapporto tra Stato, tecnologia e cittadini mai tentate nell’Unione europea. Non è una legge “contro la pedopornografia online”, come viene…