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Tag: cyber security

Italia sotto attacco: Aumentano gli attacchi informatici a luglio 2025. Il report di Check Point

Check Point Research (CPR), la divisione di Threat Intelligence di Check Point Software Technologies Ltd pioniere e leader globale nelle soluzioni di sicurezza informatica, ha pubblicato il suo Global Threat Intelligence Report relativo a luglio 2025: si rivela un forte aumento sia della portata che della sofisticazione degli attacchi informatici. Nel mese di luglio, in Italia le aziende e le organizzazioni hanno subito in media 2.434 attacchi informatici a settimana, facendo registrare un incremento del +9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore rilevato nel nostro Paese è superiore del 25% al numero medio di attacchi perpetrati a livello globale: 1.947

Vulnerabilità critiche in aumento verticale! Consapevolezza, Patching e Controlli la chiave

Secondo un report di Kaspersky Lab, nel secondo trimestre del 2025 l’utilizzo delle vulnerabilità è aumentato in modo significativo: quasi tutti i sottosistemi dei computer moderni sono stati attaccati, dal UEFI ai driver dei browser, ai sistemi operativi e alle applicazioni. Come in precedenza, gli aggressori continuano a sfruttare tali vulnerabilità in attacchi reali per ottenere l’accesso ai dispositivi degli utenti e a combinarle attivamente con i framework C2 in complesse operazioni mirate. Un’analisi delle statistiche CVE degli ultimi 5 anni mostra un costante aumento del numero totale di vulnerabilità registrate. Se all’inizio del 2024 se ne contavano circa 2.600, a gennaio

Vibe Coding: Rivoluzione o Rischio per la Sicurezza?

Martyn Ditchburn, CTO in residence Zscaler L’intelligenza artificiale, come qualsiasi tecnologia, non è intrinsecamente buona o cattiva: tutto dipende da chi la utilizza e per quale scopo. Ciò che è certo però, è che l’IA si sta evolvendo più velocemente della sua controparte più prudente, cioé la regolamentazione, dal momento che i legislatori faticano a stare al passo. A complicare la situazione, l’IA sta innovando anche al proprio interno, generando un’accelerazione senza precedenti nello sviluppo tecnologico. Questo scenario sta aprendo la strada a una nuova serie di sfide per la sicurezza, l’ultima delle quali è rappresentata dal vibe coding. Come per qualsiasi

PoC Zero-Click Exploit su iPhone e Mac: come due byte è possibile compromettere l’ecosistema Apple

È stata resa pubblica un’analisi approfondita e un esempio di proof-of-concept riguardante la vulnerabilità CVE-2025-43300, una falla di sicurezza critica che consente l’esecuzione remota di codice senza necessità di clic, presente nell’infrastruttura di elaborazione delle immagini di Apple. Si tratta di una falla di sicurezza, individuata nella realizzazione della decompressione JPEG Lossless da parte di Apple all’interno del bundle RawCamera.bundle, permette ai malintenzionati di eseguire codice arbitrario senza necessità di interazione con l’utente, attraverso file DNG (Digital Negative) appositamente creati per essere dannosi. La vulnerabilità sfrutta i presupposti fondamentali del motore di analisi TIFF/DNG di Apple e la sua interazione con la

Un bug critico in Ollama consente attacchi di sostituzione del modello

Una vulnerabilità nel popolare strumento di lancio di modelli di intelligenza artificiale Ollama ha aperto la strada ad attacchi drive-by , consentendo agli aggressori di interferire silenziosamente con l’applicazione locale tramite un sito Web appositamente preparato, leggere la corrispondenza personale e persino sostituire i modelli utilizzati, caricando anche versioni infette. La falla di sicurezza è stata scoperta e divulgata il 31 luglio da Chris Moberly, Senior Security Manager di GitLab. La vulnerabilità riguardava Ollama Desktop v0.10.0 ed era correlata a un’implementazione errata dei controlli CORS nel servizio web locale responsabile della GUI. Di conseguenza, JavaScript su una pagina dannosa poteva scansionare un

McDonald’s hackerato da BobDaHacker! Meglio lui che i criminali informatici veri

Il ricercatore BobDaHacker ha scoperto che la convalida dei punti premio dell’App di McDonalds veniva gestita solo lato client, consentendo agli utenti di richiedere articoli gratuiti come i nuggets anche senza punti sufficienti. BobDaHacker ha segnalato il problema ma un ingegnere informatico lo ha liquidarlo come “troppo impegnativo”, sebbene il bug sia stato corretto giorni dopo, probabilmente dopo che l’ingegnere stesso lo aveva esaminato. Successivamente il ricercatore ha analizzato a fondo i sistemi di McDonald’s e ha scoperto vulnerabilità nel Design Hub, una piattaforma utilizzata per le risorse del brand da team in 120 paesi. Questa piattaforma si basava su una password

Fire Ant all’attacco: come un bug in vCenter apre le porte all’inferno IT

Sygnia segnala che il vettore di attacco iniziale di Fire Ant CVE-2023-34048, sfrutta la vulnerabilità di scrittura fuori dai limiti nell’implementazione del protocollo DCERPC di vCenter Server che consente l’esecuzione di codice remoto non autenticato. I ricercatori di sicurezza hanno identificato arresti anomali sospetti del processo ‘vmdird‘ sui server vCenter, indicando lo sfruttamento di questa vulnerabilità critica. Dopo aver ottenuto la compromissione, gli autori della minaccia implementano strumenti sofisticati, tra cui lo script open source vCenter_GenerateLoginCookie.py, per falsificare i cookie di autenticazione e aggirare i meccanismi di accesso. Gli aggressori raccolgono sistematicamente le credenziali vpxuser, ovvero account di sistema creati automaticamente da

SharePoint e CrowdStrike: due facce della stessa fragilità digitale

Negli ultimi giorni il panorama digitale globale è stato scosso da un bug di sicurezza informatica che ha colpito i server Microsoft SharePoint on-premise, esponendo migliaia di organizzazioni ad Attacchi informatici. Non si tratta di crisi realizzate nel giro di pochi giorni, ma di segnali che rivelano una fragilità sistemica, maturata nel tempo, dentro infrastrutture digitali sempre più interconnesse. Due episodi completamente differenti, ma emblematici, che mostrano come la sicurezza non sia un’opzione tecnica, ma un elemento di equilibrio tra controllo, cultura e governance. Un bug grave e silenzioso Gli attacchi che hanno sfruttato Microsoft SharePoint hanno avuto caratteristiche ben precise. Non

Sophos risolve vulnerabilità in Intercept X per Windows

Sophos ha annunciato di aver risolto tre distinte vulnerabilità di sicurezza in Sophos Intercept X per Windows e nel relativo programma di installazione. Queste problematiche, identificate con i codici CVE-2024-13972, CVE-2025-7433 e CVE-2025-7472, sono state classificate con un livello di gravità “Alto”. Il bollettino di sicurezza, con ID pubblicazione sophos-sa-20250717-cix-lpe, è stato aggiornato e pubblicato il 17 luglio 2025 e non prevede soluzioni alternative temporanee. I prodotti interessati sono Sophos Intercept X Endpoint e Intercept X per il server. La prima vulnerabilità, CVE-2024-13972, riguarda un problema di permessi nel registro durante l’aggiornamento di Intercept X per Windows. Questa falla avrebbe potuto consentire

CloudFlare, WordPress e l’API key in pericolo per colpa di un innocente autocomplete

Un tag mancante su di un campo input di una api key può rappresentare un rischio? Avrai sicuramente notato che il browser suggerisce i dati dopo aver compilato un form. L’autocompletamento è proprio la funzione di ricordare le cose che inseriamo. Per impostazione predefinita, i browser ricordano le informazioni inserite dall’utente nei campi input dei siti web. Questo consente loro di eseguire questi automatismi. Come può rappresentare un pericolo? Esaminiamo il Plugin di CloudFlare per WordPress: In questo esempio prendiamo in analisi un plugin di CloudFlare, che permette di collegare un sito WordPress con un’istanza cloudflare. Questo permette di eseguire varie attività come

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