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Tag: protezione dei dati

Questo ennesimo articolo “contro” ChatControl sarà assolutamente inutile?

Avevamo già parlato della proposta di regolamento “ChatControl” quasi due anni fa, ma vista la roadmap che è in atto ci troviamo nell’imbarazzo di doverne parlare nuovamente. Sembra però un déjà vu ma al posto del gatto nero nel corridoio assistiamo all’UE che alternando abbondanti dosi di chine fatali e argomenti fantoccio prosegue nell’allineare il proprio desiderio di tecnocontrollo all’esempio statunitense denunciato ai tempi da Snowden. Probabilmente, per quell’ambizione propria del Vecchio Continente che ancora si crede ancora essere il centro del mondo. Ma veramente possiamo pensare che servirà a qualcosa pubblicare un ennesimo articolo in cui si discetta sull’eccesso di una

Sharenting: consigli e avvisi da esperti ai genitori

Come ogni anno, nel mese di Settembre arriva un grande fiume di emozioni che fluisce verso le scuole. Bambini emozionati di cominciare un nuovo anno scolastico, nuove sfide e nuove avventure. Genitori ancora più emozionati dei piccoli grandi cambiamenti e successi dei loro bambini. Questo flusso di emozioni viene, però, dirottato (in gran parte) verso una direzione non propriamente fra le migliori, lo “sharenting”: un fenomeno relativamente nuovo e in grande aumento. È il modo in cui molti genitori pubblicano continuamente su internet foto, video o persino le ecografie dei loro bambini (quindi minori). Il nome nasce negli Stati Uniti e combina

Chat Control: tra caccia ai canali illegali e freno a mano su libertà e privacy

La notizia è semplice, la tecnologia no. Chat Control (CSAR) nasce per scovare CSAM e dinamiche di grooming dentro le piattaforme di messaggistica. La versione “modernizzata” rinuncia alla backdoor server-side e sposta la lente sul dispositivo dell’utente: client-side scanning prima che il contenuto venga cifrato end-to-end. È qui che si giocano i due piani della vicenda: da un lato capacità investigativa e disarticolazione dei canali illegali; dall’altro erosione della confidenzialità e un’infrastruttura di controllo pronta per essere allargata. Wired Italia ha messo in fila i punti caldi, noi entriamo sotto il cofano. Come funziona davvero: pipeline di rilevazione lato client Il modello

Cyberstorage: La Risposta degli IT Manager Italiani ai Ransomware

Cyberstorage: la risposta degli IT manager italiani a ransomware sempre più sofisticati. Negli ultimi anni lo scenario è cambiato: ransomware più aggressivi, esfiltrazione dei dati prima della cifratura, interruzioni dei servizi dovute a eventi fisici e non solo. In questo contesto, “salvare” i dati non basta più: lo storage diventa parte della sicurezza. Proprio per questo motivo, tra gli IT manager italiani cresce l’attenzione verso il cyberstorage: uno storage progettato per resistere agli attacchi direttamente dove risiedono i dati. Alla base c’è un principio architetturale chiave: la frammentazione e distribuzione nativa del dato su più sedi geografiche. A questo si affiancano funzionalità

Robot da ristorante hackerabili: potevano servire il sushi… a casa dell’attaccante

Uno specialista di sicurezza indipendente, noto con il nickname BobDaHacker, ha scoperto delle falle di sicurezza in Pudu Robotics (il principale fornitore mondiale di robot di servizio commerciali). Le vulnerabilità consentivano agli aggressori di reindirizzare i robot in qualsiasi posizione e costringerli a eseguire comandi arbitrari. Pudu Robotics è un’azienda cinese produttrice di robot che svolgono compiti che vanno dal servire il cibo nei ristoranti con BellaBot alla gestione di sistemi progettati dall’uomo come gli ascensori con FlashBot. Secondo Frost & Sullivan, l’azienda ha detenuto una quota di mercato del 23% per questi dispositivi lo scorso anno. BobDaHacker ha scoperto di poter

Vulnerabilità zero-day in azione sui router TP-Link: cosa sapere fino al rilascio della patch

È stata scoperta una nuova vulnerabilità zero-day che colpisce diversi modelli di router TP-Link. Il problema, identificato come un buffer overflow nell’implementazione del protocollo CWMP (CPE WAN Management Protocol), potrebbe consentire a un attaccante di eseguire codice arbitrario e reindirizzare le richieste DNS a server falsi. La vulnerabilità è stata segnalata da un ricercatore indipendente noto con il nickname Mehrun (ByteRay) l’11 maggio 2024. TP-Link ha confermato l’esistenza dell’errore e sta lavorando sugli aggiornamenti per risolvere il problema. Al momento, la correzione è disponibile solo per le versioni firmware europee, mentre l’adattamento per gli Stati Uniti e altre regioni è ancora in

CISO vs DPO: collaborazione o guerra fredda nelle aziende?

Gestire la sicurezza non è affatto semplice, non è qualcosa di standardizzabile, ma soprattutto non può avvenire a colpi di “soluzioni”. Serve progettazione, analisi e la capacità di avere una visione d’insieme e soprattutto perseguire gli obiettivi di mantenere dati e sistemi ad un livello di sicurezza accettabile. Le cause di crisi più comuni sono lo scollamento fra ciò che si è fatto e ciò che si vorrebbe fare, o ancor peggio ciò che si crede di aver fatto. Insomma: sia l’ipotesi in cui i desiderata non siano raggiungibili in concreto, sia quella in cui ci si illude di essere al sicuro,

Proofpoint: Allarme CISO italiani, l’84% teme un cyberattacco entro un anno, tra AI e burnout

Proofpoint pubblica il report “Voice of the CISO 2025”: cresce il rischio legato all’AI e rimane il problema umano, mentre i CISO sono a rischio burnout. L’84% dei CISO italiani prevede un attacco informatico materiale nel prossimo anno. Rischio umano e perdita di dati dovuta alla GenAI sono in cima alle loro preoccupazioni. Proofpoint, Inc., azienda leader nella cybersecurity e nella compliance, ha pubblicato oggi la quinta edizione annuale del suo report “Voice of the CISO”, che analizza le principali sfide, aspettative e priorità dei Chief Information Security Officer (CISO) a livello globale. Il report 2025, che ha coinvolto 1.600 CISO a

Vulnerabilità nei siti web di Intel: 270.000 dipendenti a rischio

Un attacco alle risorse interne di Intel ha dimostrato che le vulnerabilità possono essere trovate non solo nei processori, ma anche nei siti web aziendali. Un ricercatore di sicurezza ha scoperto quattro diversi modi per ottenere dati su oltre 270.000 dipendenti Intel: dai database delle risorse umane e dai contatti alle informazioni sui fornitori e sui processi di produzione. Tutte le vulnerabilità individuate sono già state risolte, ma il fatto stesso che sono state rilevate dimostra quanto possa essere fragile l’infrastruttura interna anche dei più grandi attori del mercato. Il primo problema è stato riscontrato nel servizio per ordinare i biglietti da

Il Phishing per le AI è arrivato! ChatGPT, clicca subito qui per non perdere l’accesso!

Gli attacchi di phishing stanno diventando sempre più sofisticati e ora prendono di mira non solo gli utenti, ma anche le difese automatizzate basate sull’intelligenza artificiale. I ricercatori hanno scoperto una campagna in cui gli aggressori incorporano istruzioni nascoste nelle e-mail per confondere i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati dai SOC per classificare e filtrare le minacce. L’email in sé aveva un aspetto tradizionale: l’oggetto era “Avviso di scadenza accesso 20/08/2025 16:56:21”, il testo era una notifica sull’imminente scadenza della password ad un indirizzo di posta elettronica con la proposta di confermare o aggiornare urgentemente i dati. Questa tecnica si basa su

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