Un attacco di iniezione di processo in macOS consente di elevare i privilegi all'utente root
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Un attacco di iniezione di processo in macOS consente di elevare i privilegi all’utente root

Un attacco di iniezione di processo in macOS consente di elevare i privilegi all’utente root

Redazione RHC : 23 Agosto 2022 08:00

Secondo un rapporto della società di sicurezza delle informazioni Computest, la vulnerabilità in MacOS consente un attacco di iniezione di processo in macOS e legge ogni file sul Mac, oltre a elevare i privilegi all’utente root.

Con questa vulnerabilità, il ricercatore Computest Tijs Alkemade è stato in grado di uscire dalla sandbox di macOS e quindi bypassare il System Integrity Protection (SIP), la protezione principale per impedire a codice non autorizzato di accedere a file sensibili su un Apple Mac

Alkemade, che ha tenuto un discorso alla conferenza Black Hat di Las Vegas, ha scoperto la vulnerabilità per la prima volta nel dicembre 2020 e ha segnalato il problema ad Apple attraverso il programma Bug Bounty


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Da allora, Apple ha rilasciato 2 aggiornamenti per correggere questa vulnerabilità, il primo nell’aprile 2021 e di nuovo nell’ottobre 2021.

Il bug CVE-2021-30873 potrebbe consentire ad applicazioni dannose di raccogliere informazioni riservate sugli utenti ed elevare i privilegi dell’attaccante a root per spostarsi nel sistema.

La vulnerabilità risiede in un oggetto “serializzato” di stato salvato nel sistema, che salva le applicazioni e le finestre che apri quando spegni il Mac. Questo sistema può funzionare anche utilizzando un Mac nel processo App Nap.

All’avvio, l’applicazione legge alcuni file e tenta di caricarli utilizzando la versione non sicura dell’oggetto “serializzato”. Un utente malintenzionato potrebbe creare questi file in una posizione in cui un’altra applicazione li potrà scaricare. In sostanza, viene creato un oggetto “serializzato” dannoso che può far sì che il sistema si comporti nel modo desiderato dai criminali informatici.

Da qui, l’esperto è stato in grado di uscire dalla sandbox dell’applicazione. Inserendo il codice in un’altra applicazione, è possibile espandere l’ambito dell’attacco. Inoltre, lo specialista è riuscito a bypassare la protezione SIP e leggere quasi tutti i file sul disco, oltre a modificare alcuni file di sistema.

Al momento non si registrano casi di sfruttamento della vulnerabilità. La vulnerabilità mostra come un utente malintenzionato può attraversare l’intero sistema operativo, ottenendo l’accesso a più dati. Man mano che la sicurezza locale in macOS si avvicina sempre più al modello iOS, evidenzia la necessità di ripensare diverse parti del sistema, ha affermato Alkemade.

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