Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
Crowdstriker 970×120
Redhotcyber Banner Sito 320x100px Uscita 101125
BrowserVenom, il malware che sfrutta DeepSeek per rubare dati. Può colpire anche in Italia?

BrowserVenom, il malware che sfrutta DeepSeek per rubare dati. Può colpire anche in Italia?

Simone D'Agostino : 17 Giugno 2025 11:18

Autori: Simone D’Agostino e Antonio Piovesan

Abbiamo spesso parlato di casi di vettori di attacco come e-mail/sms di phishing, siti abbeveratoio (watering hole) o altro riconducibile in generale a social engineering, quest’oggi invece vi parleremo di una nuova modalità che sfrutta una tecnologia nata da pochi anni e che si sta sempre più diffondendo.

Il 12 giugno 2025, Kaspersky GReAT ha pubblicato un’allerta riguardante una sofisticata campagna malware che sfrutta la crescente diffusione di modelli linguistici offline (Offline LLM) per colpire utenti Windows.Il malware, mai emerso prima, è stato denominato BrowserVenom: è progettato per intercettare il traffico web delle vittime, rubando credenziali e informazioni personali.


RHC0002 CTIP Corso Dark Web Cyber Threat Intelligence

Vuoi diventare un esperto del Dark Web e della Cyber Threat Intelligence (CTI)?
Stiamo per avviare il corso intermedio in modalità "Live Class" del corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence". 
A differenza dei corsi in e-learning, disponibili online sulla nostra piattaforma con lezioni pre-registrate, i corsi in Live Class offrono un’esperienza formativa interattiva e coinvolgente.  
Condotti dal professor Pietro Melillo, le lezioni si svolgono online in tempo reale, permettendo ai partecipanti di interagire direttamente con il docente e approfondire i contenuti in modo personalizzato.
Questi corsi, ideali per aziende, consentono di sviluppare competenze mirate, affrontare casi pratici e personalizzare il percorso formativo in base alle esigenze specifiche del team, garantendo un apprendimento efficace e immediatamente applicabile. 
Guarda subito l'anteprima gratuita del corso su academy.redhotcyber.com
Contattaci per ulteriori informazioni tramite WhatsApp al 375 593 1011 oppure scrivi a [email protected]


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Ma la vera novità è appunto il vettore d’inganno: si presenta come una falsa versione installabile del noto LLM DeepSeek-R1.

Come funziona l’attacco

BrowserVenom si diffonde attraverso un sito fake che replica in modo credibile la homepage di DeepSeek-R1, uno dei modelli open-source più ricercati del momento, in grado di funzionare offline tramite strumenti come Ollama o LM Studio.

Catena d’infezione:

  • L’utente cerca “DeepSeek R1” su Google;
  • Clicca su un risultato pubblicitario o SEO manipolato;
  • Apre una pagina che emula la UI ufficiale;
  • Scarica un falso installer (che include Ollama o LM Studio contraffatti), al cui interno è incorporato anche BrowserVenom;
  • Se l’utente dispone di privilegi di amministratore, il malware si installa e modifica i proxy dei browser.

Impatto tecnico

Una volta installato, BrowserVenom:

  • Devia tutto il traffico web (HTTP/HTTPS) verso proxy remoti controllati dagli attaccanti;
  • Intercetta dati di navigazione: cookie, credenziali, contenuti dei form, cronologia;
  • Aggira Windows Defender mediante tecniche di evasione comportamentale;
  • Persiste nel sistema modificando i file di configurazione proxy nei browser principali (Chrome, Edge, Firefox).

Analisi OSINT: come è emerso deepseek-r1.com

La nostra analisi OSINT indipendente ha individuato il dominio deepseek-r1.com come nodo centrale della campagna.
Partendo dalle tecniche descritte da Kaspersky — in particolare l’uso fraudolento del nome DeepSeek — è stato possibile, tramite monitoraggio SEO e analisi delle SERP, isolare il dominio compromesso.

Le SERP (Search Engine Results Pages) sono le pagine di risultati che i motori di ricerca mostrano all’utente quando effettua una ricerca per una certa parola chiave: al loro interno link e pagine web sono selezionati e ordinati tenendo conto della capacità dei contenuti di soddisfare l’intenzione di ricerca insieme ad altri fattori.

Il sito risultava posizionato nei primi risultati sponsorizzati o organici di Google, accanto a fonti legittime come Hugging Face o deepseek.com, sfruttando tecniche avanzate di SEO poisoning.

Cosa abbiamo scoperto

Il dominio deepseek-r1.com

  • Il dominio deepseek-r1.com:
  • Registrato a gennaio 2025 tramite Namecheap, con protezione privacy attiva;
  • Hostato su IP 147.79.79.153 e 147.79.72.122, appartenente a un range Hostinger già associato ad attività sospette;
  • Segnalato da 12 motori antivirus su VirusTotal come malware, infostealer o phishing (tra cui BitDefender, Fortinet, G-Data, Kaspersky).

Cos’è il SEO poisoning?

Il SEO poisoning è una tecnica in cui gli attaccanti manipolano i motori di ricerca per far apparire link fraudolenti accanto a contenuti legittimi.

Nel caso di deepseek-r1.com, il sito sfrutta:

  • Iniezione massiva di keyword come “DeepSeek no login” o “Download GPT open source”;
  • Sitemap ben strutturate e frequentemente aggiornate;
  • Hosting su CMS ottimizzati (WordPress + CDN Hostinger);
  • Probabile cloaking: contenuti differenti per i bot dei motori di ricerca rispetto agli utenti reali.

Il cloaking è una tecnica mediante la quale, grazie a particolari script, è possibile fare in modo che un sito web mostri ai motori di ricerca un contenuto differente da quello che realmente il sito stesso propone agli utenti fisici/ai visitatori, consentendo così di ottenere un migliore posizionamento all’interno delle pagine SERP.

Domini collegati: riflessioni e precauzioni

L’analisi ha evidenziato collegamenti tecnici e di referral tra deepseek-r1.com e altri domini:

  • 8pixlabs.com: presente nei referral. Alcuni motori AV lo classificano come “malicious”, ma non vi sono elementi per attribuirgli un ruolo diretto nella catena d’infezione.
  • ai-pro.org: linkato dalla falsa UI, presenta DNS Cloudflare e IP 172.67.38.167.
    È stato registrato nel 2022 via Moniker. La sua infrastruttura è menzionata in alcuni dump OSINT legati a traffico automatizzato o anomalo, ma non risulta flaggato al momento su VirusTotal.

Potrà avere vittime in Italia?

Ad oggi non risultano infezioni accertate in Italia, ma:

  • Il sito è accessibile da IP italiani;
  • È indicizzato su Google.it tra i risultati legittimi;
  • Il file si scarica senza allarmi AV o blocchi DNS.

Indicatori di Compromissione (IoC)

  • Dominio: deepseek-r1.com
  • IP: 147.79.79.153 – 147.79.72.122
  • CDN: Hostinger CDN
  • CMS: WordPress 6.7.2
  • Certificato TLS: ZeroSSL RSA, valido fino ad agosto 2025
  • SHA256 (installer infetto): non pubblico, ma rilevato da almeno 12 AV

Conclusione

La campagna BrowserVenom sfrutta il boom dell’AI offline per colpire in modo silenzioso ma efficace.
Il dominio deepseek-r1.com, al centro della catena d’infezione, è stato scoperto dalla nostra redazione OSINT prima delle segnalazioni ufficiali.

L’indagine dimostra come campagne SEO ben orchestrate possano alterare i risultati di ricerca, convincendo l’utente ad affidarsi a strumenti, in questo caso di AI, manipolati per rubare credenziali o altre informazioni personali o sensibili.

Immagine del sitoSimone D'agostino
Nato a Roma, con oltre 30 anni in Polizia di Stato, oggi è Sostituto Commissario alla SOSC Polizia Postale Udine. Esperto in indagini web e dark web, è appassionato di OSInt, che ha insegnato alla Scuola Allievi Agenti di Trieste. Ha conseguito un Master in Intelligence & ICT all'Università di Udine (110 e lode), sviluppando quattro modelli IA per contrastare le frodi su fondi UE. È impegnato nella formazione per elevare la sicurezza cibernetica.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
Cose da Garante: Guido Scorza racconta come sono andate le cose
Di Redazione RHC - 24/11/2025

ROMA – La profonda crisi istituzionale che ha investito l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha spinto Guido Scorza, componente del Collegio, a un intervento pubblico mirato a ...

Immagine del sito
40.000 utenti di una azienda di Salute e Bellezza sono in vendita nel Dark Web
Di Redazione RHC - 24/11/2025

Negli ultimi anni, il panorama della sicurezza informatica in Italia ha visto una preoccupante escalation di attacchi, con un aumento significativo dei crimini informatici. Un fenomeno particolarmente...

Immagine del sito
Quando il cloud cade: come un piccolo errore ha messo in ginocchio la rete globale
Di Gaia Russo - 24/11/2025

Quest’autunno, abbiamo avuto un bel po’ di grattacapi con il cloud, non so se ci avete fatto caso. Cioè, AWS, Azure, e dopo Cloudflare. Tutti giù, uno dopo l’altro. Una sfilza di interruzioni ...

Immagine del sito
Campagna di phishing mirato ai danni dell’Università di Padova
Di Redazione RHC - 24/11/2025

Il CERT-AGID ha rilevato recentemente una sofisticata campagna di phishing mirato che sta prendendo di mira gli studenti dell’Università di Padova (UniPd). L’operazione, ancora in corso, sfrutta ...

Immagine del sito
Bancomat nel mirino! Gli esperti di cybersecurity rivelano una campagna di attacco agli sportelli bancomat
Di Redazione RHC - 23/11/2025

Gli esperti del Group-IB hanno presentato un’analisi dettagliata della lunga campagna di UNC2891, che ha dimostrato la continua sofisticatezza degli schemi di attacco agli sportelli bancomat. L’at...