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Categoria: Social Network

WhatsApp ci ripensa: non bloccherà gli utenti che non accettano la nuova politica sulla privacy.

Facendo marcia indietro, WhatsApp non limiterà più l’invio e la ricezione di messaggi agli utenti che rifiutano la nuova politica sulla privacy, diversamente rispetto a quanto riportato ad inizio mese. D’altra parte, un utente in meno è comunque un utente in meno. Si, siamo di fronte ad una comunicazione confusa in quanto più di una volta WhatsApp ha cambiato rotta e ora sembra che non verranno limitate le funzionalità degli utenti dopo l’entrata in vigore dal 15 maggio, cosa che invece whatsapp era intenzionata a fare. WhatsApp ha anche pubblicato una dichiarazione aggiornata sul suo Centro assistenza che riporta: “Nessuno avrà i

Pavel Durov ha cancellato la sua pagina Facebook.

Durov non ha commentato la cancellazione dal social network, ma lo ha fatto. Tuttavia, rimane ancora attivo il suo account su Instagram di proprietà di Facebook. Negli ultimi periodi ci sono state diverse scorribande tra WhatsApp e Telegram, come abbiamo visto nel corso di questa settimana con una serie di messaggi tra gli account twitter delle due grandi aziende Il fondatore di Telegram ha ripetutamente criticato Facebook, anche per problemi legati alla sua sicurezza. Secondo Durov, WhatsApp, di proprietà dell’azienda, non protegge i messaggi degli utenti in modo adeguato e tiene traccia delle loro foto e dei messaggi. Secondo Durov, il problema

Signal e WhatsApp si trollano su Twitter.

La privacy oggi è proprio un bel problema. E questo lo sanno bene sia WhatsApp che Signal, uno che cerca di utilizzare i dati per migliorare le performance pubblicitarie, l’altro che vuole aumentare la sua base utenti ricordando agli utilizzatori dell’esistenza della privacy, tra un caffè e un altro. infatti ieri le due aziende si sono beffeggiate su Twitter. “controlla il calendario, versa il caffè, oggi è un bel momento per passare alla privacy” Scrive Signal e WhatsApp risponde: “controlla il calendario, versa il caffè, ok, fallo. No, non possiamo vedere i tuoi messaggi personali. No, non elimineremo il tuo account. Si,

Whatsapp: manca un giorno al 15 maggio. Se non accetti la policy, verrai sospeso poco dopo.

Tra un giorno sarà in vigore la nuova politica sulla privacy di Facebook. Dopo la comunicazione di inizio gennaio, molti utenti sono migrati massivamente da WhatsApp verso App di messagistica rivali, quali Signal e Telegram. Infatti, i download di Signal sono aumentati del 4.200% rispetto alla settimana precedente dopo che WhatsApp ha inviato la prima notifica. Whatsapp sospenderà’ gradualmente chiamate e messaggi per gli utenti che non accetteranno la sua nuova politica sulla privacy, in vigore da Sabato 15 maggio, ha confermato un portavoce dell’azienda. Se gli utenti non accettano la nuova politica, dopo diverse settimane inizieranno a perdere l’accesso ai loro

Facebook non ha bloccato gli annunci di Signal. Ma è molto peggio.

Facebook conosce su di te tutto e l’intero modello di business dell’azienda è incentrato sul monitorare tutto quello che fai online per monetizzare dalle tue informazioni personali. Ma questo non è nulla di nuovo, ne abbiamo parlato a lungo su RHC e non è il solo social netwotk a fare questo. Quanto è successo con Signal sembra essere l’esempio perfetto di come Facebook stia combattendo per impedire che gli utenti sappiano fino a che punto vengono monitorati, in quanto, se le cose sono opache, si lascia sempre il beneficio del dubbio e sul dubbio si basa l’alto engagement della piattaforma. In queste

Oversight Board di Facebook: tutti dovrebbero dimettersi.

Per chi non lo sapesse, l’Oversight Board è un comitato per il controllo indipendente che è stato creato appositamente per aiutare Facebook ad affrontare alcune tra le questioni più difficili in merito al tema della libertà di espressione online e quindi cosa rimuovere, cosa lasciare e perché. Questo perché la community ha raggiunto oltre 2 miliardi di persone ed è diventato sempre più chiaro che l’azienda Facebook non può prendere autonomamente così tante decisioni relative alla libertà di parola e alla sicurezza online in modo autonomo. Il Comitato si avvale del proprio giudizio indipendente per supportare il diritto alla libertà di espressione

Telegram: pagamenti online in arrivo, ma attenzione.

L’emergere di forme di pagamento nei canali e nelle chat di Telegram, provocherà un aumento delle frodi e delle piattaforme di trading nella piattaforma, dicono gli esperti. A loro avviso, gli aggressori possono assumere il controllo di siti esistenti e modificare i dettagli di pagamento. La diffusione dei fake, sarà inoltre facilitata dal fatto che ad oggi al messenger, manca ancora la verifica dei canali e degli account, il che significa che l’utente non può verificare se sta effettuando un acquisto da un venditore ufficiale o meno. Gli esperti di sicurezza hanno parlato di nuovi rischi per gli utenti di Telegram a

Hack tutorial: questo è il perché ogni perdita di dati è un problema per tutti.

Autore: P@km4N La minaccia informatica globale continua ad evolversi ad un ritmo frenetico, con un numero crescente di violazioni dei dati anno dopo anno. I servizi primari e gli enti pubblici e privati, hanno subito un numero massiccio di violazioni da parte dei criminali informatici, motivati sia per profitto che per interessi national-state, raccogliendo dati, estorcendo denaro, “bullizzando” stati e singole organizzazioni al fine di trarne un diretto vantaggio, tenendo sotto scacco i sistemi informatici e le potenze di tutto il mondo. Su Red Hot Cyber abbiamo sempre parlato dell’essere consapevoli ai rischi informatici, ma ancora molte aziende non prendono sul serio

Data Scraping: Facebook lo inquadra come “problema ampio di settore”.

In una e-mail interna trapelata accidentalmente da Facebook a un giornalista, sono state rivelate le intenzioni dell’azienda di inquadrare il recente incidente di data scraping come un “problema diffuso nel settore”. Facebook è stato recentemente al centro di una controverso episodio di data scraping all’inizio di questo mese, quando i ricercatori di Hudson Rock hanno rivelato che erano state pubblicate online informazioni appartenenti a circa 533 milioni di utenti, inclusi numeri di telefono, ID Facebook, nomi completi e date di nascita. Il gigante dei social media ha confermato la fuga dei dati ma riportando che si tratta di dati “vecchi”, che erano

Facebook: azioni legali di massa per fuga di dati e possibile effetto domino per i big tech.

Forse siamo arrivati al punto di decentralizzare la privacy? Passeremo mai al modello Solid creato da Tim Berners-Lee creatore del Web? A circa 530 milioni di persone sono trapelate alcune informazioni personali online, inclusi, in alcuni casi, numeri di telefono. Un gruppo per la privacy digitale si sta per portare una azione legale verso i tribunali irlandesi per conto dei cittadini dell’UE interessati. Facebook nega ogni illecito, dicendo che i dati sono stati “raschiati” da informazioni pubbliche disponibili sul sito. Antoin Ó Lachtnain, direttore di Digital Rights Ireland (DRI), ha avvertito altri giganti della tecnologia che tutto questo potrebbe ad un effetto

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