Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza.
La vera forza della cybersecurity risiede
nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
HackTheBox 970x120 1
LECS 320x100 1
DDoS per i sistemi di machine learning.

DDoS per i sistemi di machine learning.

30 Maggio 2021 10:00

Un nuovo attacco contraddittorio, sviluppato dagli scienziati dell’Università del Maryland, College Park, può costringere i sistemi di apprendimento automatico (AI) a rallentare la loro elaborazione fino pressoché a fermarsi in alcune applicazioni.

Presentata alla Conferenza internazionale sulle rappresentazioni dell’apprendimento (ICLR), la tecnica neutralizza le tecniche di ottimizzazione che accelerano il funzionamento delle reti neurali profonde.

Le reti neurali profonde richiedono gigabyte di memoria e processori molto potenti, che non possono girare su dispositivi IoT, smartphone e dispositivi indossabili. Molti di questi dispositivi devono inviare i propri dati a un server cloud in grado di eseguire modelli di deep learning.

Per superare queste sfide, i ricercatori hanno inventato diverse tecniche per ottimizzare le reti neurali per piccoli dispositivi attraverso le cosiddette “architetture multiuscita”, una tecnica di ottimizzazione che fa sì che le reti neurali interrompano il calcolo non appena raggiungono una soglia accettabile.

“I modelli di uscita sono un concetto relativamente nuovo, ma c’è un interesse crescente”

ha detto al Daily Swig Tudor Dumitras, ricercatore presso l’Università del Maryland.

“Questo perché i modelli di deep learning stanno diventando sempre più costosi, dal punto di vista computazionale, e i ricercatori cercano modi per renderli più efficienti”.

Dumitras ei suoi collaboratori hanno sviluppato un attacco avversario di rallentamento che prende di mira l’efficacia delle reti neurali multiuscita. Chiamato DeepSloth, l’attacco apporta sottili modifiche ai dati di input per impedire alle reti neurali di uscire anticipatamente dal circuito e quindi costringerle a eseguire più calcoli del necessario.

“Gli attacchi di rallentamento hanno il potenziale di negare i vantaggi delle architetture multiuscita”

ha affermato Dumitras.

“Queste architetture possono dimezzare il consumo energetico di un modello DNN al momento dell’inferenza e abbiamo dimostrato che per qualsiasi input possiamo creare una perturbazione che cancelli completamente quei risparmi”.

I ricercatori hanno testato DeepSloth su varie architetture multiuscita.

Nei casi in cui gli aggressori avevano piena conoscenza dell’architettura del modello di destinazione, gli attacchi di rallentamento hanno ridotto l’efficacia dell’uscita anticipata del 90-100%. Ma anche quando l’attaccante non ha informazioni esatte sul modello bersaglio, DeepSloth ha comunque ridotto l’efficacia del 5-45%.

Questo è l’equivalente di un attacco DoS (Denial of Service) alle reti neurali.

Quando i modelli vengono serviti direttamente da un server, DeepSloth può occupare le risorse del server e impedirgli di utilizzarle secondo le sue necessità.

“In uno scenario tipico delle implementazioni IoT, in cui il modello è partizionato tra i dispositivi edge e il cloud, DeepSloth amplifica la latenza di 1,5-5 volte, annullando i vantaggi del partizionamento del modello”

ha affermato Dumitras.

Ciò potrebbe far sì che il dispositivo periferico non rispetti le scadenze critiche, ad esempio in un programma di monitoraggio per anziani che utilizza l’ intelligenza artificiale per rilevare rapidamente gli incidenti e richiedere aiuto se necessario “.

Fonte

https://portswigger.net/daily-swig/amp/deepsloth-researchers-find-denial-of-service-equivalent-against-machine-learning-systems

Ti è piaciutno questo articolo? Ne stiamo discutendo nella nostra Community su LinkedIn, Facebook e Instagram. Seguici anche su Google News, per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica o Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

Cropped RHC 3d Transp2 1766828557 300x300
La redazione di Red Hot Cyber è composta da professionisti del settore IT e della sicurezza informatica, affiancati da una rete di fonti qualificate che operano anche in forma riservata. Il team lavora quotidianamente nell’analisi, verifica e pubblicazione di notizie, approfondimenti e segnalazioni su cybersecurity, tecnologia e minacce digitali, con particolare attenzione all’accuratezza delle informazioni e alla tutela delle fonti. Le informazioni pubblicate derivano da attività di ricerca diretta, esperienza sul campo e contributi provenienti da contesti operativi nazionali e internazionali.

Articoli in evidenza

Immagine del sitoHacking
Arriva Windows X-Lite! Il Windows 11 ottimizzato per PC che tutti aspettavano
Redazione RHC - 31/12/2025

Il 31 dicembre, per i giocatori e gli utenti di computer più vecchi che puntano alle massime prestazioni, la versione ufficiale di Windows 11 sembra essere spesso troppo pesante. Tuttavia, il celebre Windows X-Lite ha…

Immagine del sitoCyber Italia
Italia 2025: ransomware in crescita. Nel 2026 più notifiche, più casi
Sandro Sana - 31/12/2025

Nel 2025 il ransomware in Italia non ha “alzato la testa”. Ce l’aveva già alzata da anni. Noi, semmai, abbiamo continuato a far finta di niente. E i numeri – quelli che finiscono in vetrina,…

Immagine del sitoCyberpolitica
Telegram e abusi su minori: perché il calo dei ban nel 2025 non è una buona notizia
Simone D'Agostino - 31/12/2025

Ogni giorno Telegram pubblica, attraverso il canale ufficiale Stop Child Abuse, il numero di gruppi e canali rimossi perché riconducibili ad abusi su minori. Il confronto più significativo emerge osservando le sequenze di fine anno,…

Immagine del sitoCybercrime
Invece di salvare le aziende dal ransomware, le attaccavano. Due esperti affiliati di BlackCat
Redazione RHC - 31/12/2025

Nel panorama delle indagini sui crimini informatici, alcuni casi assumono un rilievo particolare non solo per l’entità dei danni economici, ma per il profilo delle persone coinvolte. Le inchieste sul ransomware, spesso associate a gruppi…

Immagine del sitoCybercrime
Cybercrime 2026: Quando gli attacchi informatici diventano violenza reale
Redazione RHC - 31/12/2025

Nel 2025, la criminalità informatica andrà sempre più oltre il “semplice denaro”: gli attacchi non riguardano solo fatture per tempi di inattività e pagamenti di riscatti, ma anche conseguenze umane reali, dalle interruzioni dell’assistenza sanitaria…