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Il centro servizi pubblici di Civitavecchia colpito dal ransomware

Il centro servizi pubblici di Civitavecchia colpito dal ransomware

Redazione RHC : 19 Aprile 2022 09:31

Venerdì scorso, un attacco ransomware si è scagliato contro la CSP (Civitavecchia Servizi Pubblici), il quale ha causato la sospensione delle attività.

Il responsabile dei servizi IT ha prontamente messo offline la rete di Villa Albani, per evitare il propagarsi del malware per poi avviare una bonifica puntuale dei server e delle postazioni di lavoro colpite.

Il centralino telefonico, il Centro di raccolta “porta a porta” (per la consegna dei mastelli e distribuzione buste) e l’ufficio protocollo che potrà ovviamente rilasciare solamente documenti in formato cartaceo hanno risentito dell’attacco informatico.


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Da una recente dichiarazione, nella giornata di oggi (ore 19:00) il tutto dovrebbe essere rispristinato.

Saranno invece sospesi tutti i servizi legati alla ricezione di email e quelli da e verso i fornitori.

Al momento non ci sono segnalazioni di dati fuoriusciti dalle infrastrutture IT, anche se ancora risulta troppo presto per dirlo.

La Civitavecchia Servizi Pubblici S.r.l. è una Società costituita il 14 Dicembre 2016 “In House”, ovvero a capitale interamente pubblico ed avente ad oggetto la gestione, in affidamento diretto, dei Servizi Pubblici Locali del Comune di Civitavecchia.

Come tale, la Società è soggetta ad un controllo da parte del Comune, esclusivo titolare del relativo capitale sociale e che esercita un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici, sia sulle decisioni significative della Società.

Il progetto, come evidente, è finalizzato ad un significativo contenimento dei costi e ad una notevole razionalizzazione delle attività. L’Azienda ha attualmente 384 dipendenti dislocati in diversi settori: igiene urbana, trasporto pubblico, farmacie comunali, servizi cimiteriali, assistenza educativa culturale nelle scuole, sosta a pagamento, parcheggi, trasporto scolastico, segnaletica stradale.

Come proteggersi dal ransomware

Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.

Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:

  • Formare il personale attraverso corsi di Awareness;
  • Utilizzare un piano di backup e ripristino dei dati per tutte le informazioni critiche. Eseguire e testare backup regolari per limitare l’impatto della perdita di dati o del sistema e per accelerare il processo di ripristino. Da tenere presente che anche i backup connessi alla rete possono essere influenzati dal ransomware. I backup critici devono essere isolati dalla rete per una protezione ottimale;
  • Mantenere il sistema operativo e tutto il software sempre aggiornato con le patch più recenti. Le applicazioni ei sistemi operativi vulnerabili sono l’obiettivo della maggior parte degli attacchi. Garantire che questi siano corretti con gli ultimi aggiornamenti riduce notevolmente il numero di punti di ingresso sfruttabili a disposizione di un utente malintenzionato;
  • Mantenere aggiornato il software antivirus ed eseguire la scansione di tutto il software scaricato da Internet prima dell’esecuzione;
  • Limitare la capacità degli utenti (autorizzazioni) di installare ed eseguire applicazioni software indesiderate e applicare il principio del “privilegio minimo” a tutti i sistemi e servizi. La limitazione di questi privilegi può impedire l’esecuzione del malware o limitarne la capacità di diffondersi attraverso la rete;
  • Evitare di abilitare le macro dagli allegati di posta elettronicaSe un utente apre l’allegato e abilita le macro, il codice incorporato eseguirà il malware sul computer;
  • Non seguire i collegamenti Web non richiesti nelle e-mail;
  • Esporre le connessione Remote Desktop Protocol (RDP) mai direttamente su internet. Qualora si ha necessità di un accesso da internet, il tutto deve essere mediato da una VPN;
  • Implementare sistemi di Intrusion Prevention System (IPS) e Web Application Firewall (WAF) come protezione perimetrale a ridosso dei servizi esposti su internet.
  • Implementare una piattaforma di sicurezza XDR, nativamente automatizzata, possibilmente supportata da un servizio MDR 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo di raggiungere una protezione e una visibilità completa ed efficace su endpoint, utenti, reti e applicazioni, indipendentemente dalle risorse, dalle dimensioni del team o dalle competenze, fornendo altresì rilevamento, correlazione, analisi e risposta automatizzate.

Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.

La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.

Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.

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La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

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