Chiara Nardini : 5 Luglio 2023 20:21
Non c’è tregua per le “galline dalle uova d’oro” italiane, le aziende ospedaliere che sembrano non subire una tregua. E dopo la ASL1 Abruzzo, ora è il turno dell’azienda ospedaliera universitaria Luigi Vanvitelli di Napoli.
Gli hacker criminali hanno colpito l’azienda ospedaliera con un attacco informatico di tipo ransomware. L’incidente è stato reso noto dall’agenzia per la cybersicurezza nazionale, che ha inviato una squadra di esperti per supportare l’ospedale nella gestione dell’attacco e nel ripristino dei sistemi compromessi.
Il Csirt, la squadra operativa dell'Agenzia, sta lavorando da stamattina per comprendere le esatte dimensioni dell'attacco e dare ogni forma di supporto all'ospedale napoletano per un ripristino che ci auguriamo possa essere rapido ed efficace. Rinnovo, pertanto, l'invito a tutte le realtà pubbliche del settore sanitario, i più impattati nel nostro paese, a proteggere i propri sistemi informatici adottando le soluzioni tecniche ed organizzative del caso, anche attraverso il loro aggiornamento costante per non cadere vittima di questi attacchi. Conoscere in maniera chiara e approfondita i propri sistemi e le loro dipendenze, sia tecnologiche che organizzative, e il possesso di un solido backup è la strada primaria per far fronte a questo tipo di incursioni degli hacker criminali".
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Il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi (o persone di qualsiasi età) alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:
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Il direttore generale dell’agenzia, il prefetto Bruno Frattasi, ha sottolineato l’impegno del loro team operativo (Csirt) nel comprendere l’entità dell’attacco e nel fornire il necessario supporto all’ospedale. Ha inoltre invitato le altre istituzioni sanitarie pubbliche ad adottare misure di protezione per i propri sistemi informatici al fine di prevenire futuri attacchi.
Da quanto sembra, i criminali informatici hanno trafugato le password della posta elettronica dei docenti dell’ateneo, di medici, dirigenti e di moltissimi dipendenti. Pertanto si delinea come un ulteriore “Incidente di rilievo” ad una azienda ospedaliera italiana.
L’azienda Vanvitelli ha confermato che l’attacco è avvenuto il 1° luglio e sta attualmente valutando l’entità dell’incidente e la natura dei dati violati. Si è verificato un blackout informatico che ha impedito l’accesso a Internet sui computer e ha causato il blocco delle attività assistenziali presso il Policlinico di piazza Miraglia.
È fondamentale che le organizzazioni si proteggano adottando soluzioni tecniche e organizzative adeguate e mantenendo i propri sistemi informatici aggiornati. Inoltre, è essenziale comprendere in modo approfondito i sistemi e le dipendenze tecnologiche e organizzative, oltre a disporre di un backup solido per far fronte a questo tipo di attacchi.
Nonostante l’incidente, sia l’azienda Vanvitelli che l’agenzia per la cybersicurezza nazionale stanno lavorando attivamente per valutare l’entità dell’attacco e ripristinare i sistemi colpiti.
La trasparenza e la collaborazione con le autorità competenti sono fondamentali per gestire efficacemente gli attacchi informatici e ripristinare la sicurezza dei dati.
Come nostra consuetudine, lasciamo spazio ad una dichiarazione dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti su questa vicenda e saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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