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Trigona ransomware rivendica un attacco informatico all’italiana Lolaico Impianti

Trigona ransomware rivendica un attacco informatico all’italiana Lolaico Impianti

Chiara Nardini : 18 Maggio 2023 14:26

La banda di criminali informatici di Trigona, oggi rivendica all’interno del proprio Data Leak Site (DLS) un attacco informatico all’italiana Lolaico Impianti.

Nel post, la cybergang criminale riporta che la richiesta di vendita dei dati è pari a 100.000 dollari e riporta alcuni samples di informazioni esfiltrate dall’interno delle infrastrutture IT dell’azienda.

Trigona non vuole chiedere un riscatto, come fanno altre cybergang per poter fornire la chiave di decifrazione, ma vuole vendere i dati esfltrati l maggiore offerente.


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Infatti, all’interno del post di dettaglio viene riportato da Trigona quanto segue:

Lolaico Impianti è una delle principali società di ingegneria e costruzioni con sede in Italia. Fondata nel 1975 da Pietro Lolaico, da allora ha conosciuto una notevole crescita e riconoscimenti per i suoi servizi di qualità in diversi settori come l'energia, la petrolchimica, l'impiantistica industriale e l'ingegneria ambientale.

Con una vasta esperienza nell'esecuzione di progetti complessi e un impegno per gli standard di qualità e sicurezza, l'azienda ha stabilito una solida reputazione come partner affidabile per i clienti di tutto il mondo.

Acquisendo i dati riservati di questa azienda, avrai accesso a informazioni preziose che possono aiutarti a far crescere la tua attività. Imparerai a conoscere le strategie, i punti di forza, i punti deboli, le opportunità e le minacce dell'azienda. Scoprirai anche i bisogni, i punti deboli, le motivazioni e i comportamenti dei suoi clienti. Sarai in grado di utilizzare queste informazioni per creare prodotti e servizi migliori, rivolgerti ai potenziali clienti giusti, creare proposte di vendita convincenti e concludere più affari.

Il messaggio afferma che acquisendo i dati riservati dell’azienda in questione, si otterranno informazioni preziose che possono aiutare a far crescere la propria attività. Queste informazioni includono strategie, punti di forza, punti deboli, opportunità e minacce dell’azienda. Inoltre, promette di rivelare i bisogni, i punti deboli, le motivazioni e i comportamenti dei clienti dell’azienda.

L’intento della cybergang criminale è quello di convincere gli utenti che l’utilizzo di queste informazioni riservate permetterà loro di creare prodotti e servizi migliori, di rivolgersi ai potenziali clienti giusti, di creare proposte di vendita convincenti e di concludere più affari. Tuttavia, è importante sottolineare che queste attività sono illegali e violano la privacy dell’azienda e dei suoi clienti.

Acquisire dati riservati di una entità giuridica è un crimine informatico e può comportare gravi conseguenze legali. È fondamentale proteggere i dati aziendali e rispettare la legge sulla privacy per mantenere un ambiente di business etico e sicuro.

Abbiamo visto in un nostro precedente articolo che Trigona spesso avvia attacchi informatici utilizzando le falle di SQL Server. I server MS-SQL vulnerabili vengono solitamente violati utilizzando il metodo forza bruta (attacco a dizionario), che consente di raccogliere le credenziali necessarie presenti sul sistema. Dopo essersi connessi con successo al server, gli aggressori lanciano il malware soprannominato “CLR Shell”.

Visto quanto riportato nelle underground e la sensibilità dei dati in possesso dei criminali informatici, come nostra consuetudine diamo spazio sulle nostre pagine all’azienda, qualora volesse effettuare una dichiarazione.

RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali.

Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.

Cos’è il ransomware as a service (RaaS)

Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.

Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.

Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:

Come proteggersi dal ransomware

Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.

Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:

  • Formare il personale attraverso corsi di Awareness;
  • Utilizzare un piano di backup e ripristino dei dati per tutte le informazioni critiche. Eseguire e testare backup regolari per limitare l’impatto della perdita di dati o del sistema e per accelerare il processo di ripristino. Da tenere presente che anche i backup connessi alla rete possono essere influenzati dal ransomware. I backup critici devono essere isolati dalla rete per una protezione ottimale;
  • Mantenere il sistema operativo e tutto il software sempre aggiornato con le patch più recenti. Le applicazioni ei sistemi operativi vulnerabili sono l’obiettivo della maggior parte degli attacchi. Garantire che questi siano corretti con gli ultimi aggiornamenti riduce notevolmente il numero di punti di ingresso sfruttabili a disposizione di un utente malintenzionato;
  • Mantenere aggiornato il software antivirus ed eseguire la scansione di tutto il software scaricato da Internet prima dell’esecuzione;
  • Limitare la capacità degli utenti (autorizzazioni) di installare ed eseguire applicazioni software indesiderate e applicare il principio del “privilegio minimo” a tutti i sistemi e servizi. La limitazione di questi privilegi può impedire l’esecuzione del malware o limitarne la capacità di diffondersi attraverso la rete;
  • Evitare di abilitare le macro dagli allegati di posta elettronicaSe un utente apre l’allegato e abilita le macro, il codice incorporato eseguirà il malware sul computer;
  • Non seguire i collegamenti Web non richiesti nelle e-mail;
  • Esporre le connessione Remote Desktop Protocol (RDP) mai direttamente su internet. Qualora si ha necessità di un accesso da internet, il tutto deve essere mediato da una VPN;
  • Implementare sistemi di Intrusion Prevention System (IPS) e Web Application Firewall (WAF) come protezione perimetrale a ridosso dei servizi esposti su internet.
  • Implementare una piattaforma di sicurezza XDR, nativamente automatizzata, possibilmente supportata da un servizio MDR 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo di raggiungere una protezione e una visibilità completa ed efficace su endpoint, utenti, reti e applicazioni, indipendentemente dalle risorse, dalle dimensioni del team o dalle competenze, fornendo altresì rilevamento, correlazione, analisi e risposta automatizzate.

Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.

La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.

Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.

Immagine del sitoChiara Nardini
Esperta di Cyber Threat intelligence e di cybersecurity awareness, blogger per passione e ricercatrice di sicurezza informatica. Crede che si possa combattere il cybercrime solo conoscendo le minacce informatiche attraverso una costante attività di "lesson learned" e di divulgazione. Analista di punta per quello che concerne gli incidenti di sicurezza informatica del comparto Italia.

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