Redazione RHC : 31 Ottobre 2022 21:30
Oggi è una giornata nera per l’Italia, per quanto riguarda in generale gli attacchi informatici e più precisamente gli attacchi ransomware.
Dopo che Stormous ha riportato di essere entrato più in profondità nella rete di Tor Vergata e dopo che LockBit ha pubblicato un post relativo all’Italiana Belletti, si conclude questa giornata con un’altra pubblicazione di un’altra azienda italiana sul data leak site (DLS) di una celebre cybergang ransomware.
Questa volta a farne le spese è l’italiana Bitron, una azienda manifatturiera italiana che a quanto pare, sembra sia stata attaccata dai criminali informatici di BlackBasta.
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BlackBasta riporta all’interno del suo DLS quanto segue:
Bitron ha un approccio globale al mercato attraverso una manifatturiera mondiale situata in tre diversi continenti: Europa, Asia e America.
I suoi 17 stabilimenti sono strategicamente posizionati per servire ogni mercato a livello locale sia per i prodotti Elettromeccanici che per quelli Elettronici.
Presenza globale, servizio locale: grazie agli uffici vendite e marketing in tutto il mondo Bitron può supportare i propri clienti nel migliore dei modi.
Creiamo prodotti e sistemi per contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone e del mondo che le circonda. Crediamo in un futuro in cui efficienza e sostenibilità siano concetti inscindibili.
Creiamo con tenacia e passione tecnologie sempre più competitive, affidabili e intelligenti volte a guidare l'innovazione verso un futuro sostenibile. Ci basiamo costantemente sul nostro successo, sempre basato su forti legami con i nostri stakeholder globali, verticalizzando e glocalizzando i nostri processi.
Sito: https://www.bitron.com
INDIRIZZO
Strada del Portone 95 - 10095
Grugliasco (TO), Italia
+39 011 4029 111
[email protected]
Una volta cliccato sul post presente all’interno della Home Page, si accede ai dettagli relativi alla compromissione dell’azienda.
In questa sezione, a parte le informazioni che abbiamo letto in precedenza, vengono riportati una serie di samples, per poter attestare che l’accesso alle infrastruttura informatica dell’azienda è avvenuto con successo.
L’azienda Bitron, “ha 17 stabilimenti strategicamente posizionati per servire ogni mercato a livello locale sia per i prodotti Elettromeccanici che per quelli Elettronici. Presenza globale, servizio locale: grazie agli uffici vendite e marketing in tutto il mondo Bitron può supportare i propri clienti nel migliore dei modi”, come viene riportato dal loro sito internet.
La pubblicazione dei samples, come sanno i lettori di RHC, generalmente avviene quando ancora non è stato definito un accordo per il pagamento del riscatto richiesto da parte dei criminali informatici.
In questo modo, minacciando la pubblicazione dei dati in loro possesso, aumenta la pressione verso l’organizzazione violata, sperando che il pagamento avvenga il più velocemente possibile.
Le informazioni riportate nei samples, risultano essere in lingua cinese, probabilmente afferenti ad una delle filiali cinesi della Bitron che abbiamo visto nella print screen riportata in precedenza.
E’ importante sottolineare che il primo post pubblicato da BlackBasta riportava un altro dominio relativo all’azienda Vargroup che ha pubblicato una smentita relativa all’attacco informatico. Infatti successivamente i criminali informatici hanno cambiato il post riportando la Bitron.
Nel mentre attendiamo un comunicato ufficiale dell’azienda, RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali.
Nel caso in cui l’azienda voglia fornire una dichiarazione a RHC, saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo sulle nostre pagine per dare risalto alla questione.
Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni sulla vicenda od effettuare una dichiarazione, possono accedere alla sezione contatti, oppure in forma anonima utilizzando la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli del nostro sito:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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