Analisi del Report CVE di Recorded Future – Febbraio 2025
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Analisi del Report CVE di Recorded Future – Febbraio 2025

Analisi del Report CVE di Recorded Future – Febbraio 2025

Autore: Sandro Sana
8 Marzo 2025 22:22

Il report mensile di Recorded Future sulle vulnerabilità CVE per febbraio 2025 offre una panoramica dettagliata sulle minacce informatiche attuali, evidenziando un leggero calo rispetto al mese precedente. A fronte di 25 vulnerabilità ad alto impatto identificate, rispetto alle 33 di gennaio, il livello di rischio rimane comunque elevato. Diverse di queste falle risultano essere già attivamente sfruttate da cybercriminali, rendendo fondamentale una risposta tempestiva da parte dei team di sicurezza aziendali.

Uno degli aspetti più importanti di questo report è la possibilità di analizzare il problema da due prospettive complementari: quella dei CEO e quella dei responsabili IT e CISO. Da un lato, i leader aziendali devono comprendere come queste vulnerabilità possano tradursi in rischi concreti per il business, con possibili impatti operativi, finanziari e reputazionali. Dall’altro, i responsabili della sicurezza e della gestione IT devono approfondire le minacce a livello tecnico, per poter implementare contromisure efficaci e proteggere l’infrastruttura aziendale da attacchi mirati. Affrontare la cybersecurity con una visione unitaria, che coniughi strategia e operatività, è la chiave per garantire la resilienza digitale delle aziende.

Per i CEO: il rischio strategico per le aziende

Per i leader aziendali, le vulnerabilità individuate non sono solo questioni tecniche, ma rappresentano un rischio concreto per la continuità operativa e la sicurezza dei dati. In particolare, alcune di queste falle, come CVE-2025-0108 e CVE-2025-0111, risultano essere particolarmente pericolose poiché, se combinate con una terza vulnerabilità, consentono agli attaccanti di ottenere l’accesso root ai firewall Palo Alto. Questo scenario potrebbe tradursi in un’esposizione critica di dati sensibili, aprendo la strada a possibili attacchi ransomware o episodi di spionaggio industriale.


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Le aziende devono quindi valutare attentamente i potenziali rischi derivanti da queste vulnerabilità. Un attacco mirato potrebbe non solo causare un’interruzione delle operazioni, ma anche compromettere dati riservati e impattare gravemente la reputazione dell’azienda. Per questo motivo, è fondamentale che i CEO si assicurino che i team IT adottino un approccio proattivo, implementando aggiornamenti tempestivi e strategie di protezione avanzate, come il monitoraggio continuo delle minacce e la segmentazione della rete.

Per IT Manager e CISO: minacce emergenti e contromisure tecniche

Sul piano tecnico, il report evidenzia quattro vulnerabilità zero-day di particolare rilevanza, che coinvolgono firewall, gateway wireless e software open-source come 7-Zip. Un esempio significativo è la CVE-2025-0411, sfruttata da attori russi per colpire organizzazioni ucraine attraverso campagne di spear phishing. Questo dimostra ancora una volta come le falle nei software possano essere rapidamente utilizzate per operazioni di cyber warfare o attacchi mirati su larga scala.

Ecco alcune delle vulnerabilità più rilevanti individuate:

  • CVE-2025-0108 (Palo Alto PAN-OS) – Bypass dell’autenticazione nella gestione web dei firewall.
  • CVE-2024-40890 (Zyxel DSL CPE) – Iniezione di comandi OS tramite interfaccia CGI, con rischio di esecuzione remota di codice.
  • CVE-2025-0411 (7-Zip) – Meccanismo di protezione bypassato che consente l’esecuzione di file malevoli senza avviso all’utente.
  • CVE-2025-21418 (Windows AFD Driver) – Overflow di buffer che consente l’elevazione dei privilegi sui sistemi Windows Server.

Affrontare queste minacce richiede un approccio strategico. Gli aggiornamenti tempestivi restano la difesa principale: è essenziale applicare le patch più recenti per tutti i sistemi vulnerabili. Inoltre, è consigliabile limitare l’accesso alle interfacce di gestione ai soli IP interni affidabili, riducendo così la superficie di attacco disponibile per i cybercriminali. Un altro aspetto chiave è il monitoraggio costante delle minacce, sfruttando piattaforme di threat intelligence in grado di individuare in tempo reale eventuali tentativi di exploit. Infine, adottare un modello di sicurezza Zero Trust rappresenta un ulteriore livello di protezione, basandosi sul principio “never trust, always verify”.

Il report di febbraio 2025 di Recorded Future evidenzia ancora una volta come le minacce informatiche siano sempre più sofisticate e rapide nell’evoluzione. La sicurezza non è più una questione esclusivamente tecnica, ma un pilastro essenziale della governance aziendale. Per affrontare con successo queste sfide, è necessario un approccio integrato che coinvolga sia il top management sia i team di sicurezza operativa, promuovendo una cultura della cybersecurity orientata alla prevenzione e alla reattività.

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Sandro Sana

Membro del gruppo di Red Hot Cyber Dark Lab e direttore del Red Hot Cyber PodCast. Si occupa d'Information Technology dal 1990 e di Cybersecurity dal 2014 (CEH - CIH - CISSP - CSIRT Manager - CTI Expert), relatore a SMAU 2017 e SMAU 2018, docente SMAU Academy & ITS, membro ISACA. Fa parte del Comitato Scientifico del Competence Center nazionale Cyber 4.0, dove contribuisce all’indirizzo strategico delle attività di ricerca, formazione e innovazione nella cybersecurity.

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